ARTICOLI E RECENSIONI

• "A tre anni da SYSIPHUS, ottimo album di debutto pubblicato in autoproduzione, ecco quindi MACROSCREAM, secondo capitolo che, fin dal titolo, suona come ideale autoaffermazione della propria identità. Non solo il percorso musicale (fortunatamente) non si è interrotto, ma si è ulteriormente arricchito di nuove fragranze e suggestioni sonore. Difficile infatti trovare un altro album in circolazione dove riescano a convivere felicemente tempi dispari, strumentazione vintage, vocalizzi etnici, violino, fiati, percussioni, didgeridoo o addirittura il vocoder e le cornamuse irlandesi. Ma del resto è un po' questo il segreto e il fascino del magico mondo targato Macroscream: l'ascolto è un continuo ottovolante di imprevisti e di svolte improvvise, un patchwork, più che di generi musicali differenti (sarebbe troppo semplice), di vere e proprie contaminazioni timbriche e sonore". (PROG ITALIA - #4 Gennaio 2016)

• Nel numero di febbraio della rivista SUONO, Sisyphus è stato inserito da Guido Bellachioma nella sua top ten del 2012 con questo commento: "I Macroscream sono dei ragazzi che tentano di dare un nuovo significato al genere. Sisyphus, loro primo album autoprodotto, è sorprendentemente articolato: il ribollente magma strumentale viene tenuto a bada da insospettabili squarci di melodia" (SUONO 473 - febbraio 2013)

• "Il glorioso progressive-rock è ancora vivo e vegeto e lo dimostra il sorprendente debut-album dei MacroScreaM “Sisyphus” (auto-prodotto) dove la giovane band romana dimostra di avere ben imparato la lezione dei grandi maestri, dalla PFM ai Gentle Giant". (MusicalNews - ottobre 2012)

• "Pronti via, e già la suite iniziale può essere considerata il manifesto del gruppo: se per il povero Sisifo lo sforzo per spingere la sua pietra in cima alla montagna è imponente, per l'ascoltatore progressivo il godimento è invece notevole nel seguire e inseguire i rivoli musicali che sgorgano dal lettore, e in particolare gli eccezionali intarsi acustici orchestrati dal doppio manico di Patierno e dal violino estremamente lirico di Saracino. La chiave del fascino della musica dei Macroscream sta soprattutto nel costante ondeggiare delle composizioni, pervase da uno spirito classico, a tratti canterburyano, a tratti sorprendentemente folklorico, mai chiassoso, ma che sa essere incisivo grazie ai precisi riff della Les Paul di Politanò e al drumming solido di Pallotti". (Wonderous Stories #21 - giugno 2012)

• "Sisyphus' travails were dedicated to an eternity of accomplishing nothing but his namesake album has the potential to establish MACROSCREAM as a major new RPI band in the near future". (Seventh Sojourn - maggio 2012)

• "Patierno riesce a costruire un album caratterizzato da un rock sinfonico molto vivace, capace di alternare delicatezze classicheggianti e momenti più robusti e se aggiungiamo che un ruolo di primo piano è assunto dal violino ecco che emergono facili paragoni con vari classici del calibro di PFM, Kansas e Quella Vecchia Locanda". (Arlequins - maggio 2012)

• "La band si è nutrita indubbiamente del “miele” di prog anni ’70, lo ha metabolizzato e rodato nei live. Ci ha messo personalità, tecnica e passione. Oltre la lunga suite mitologica emerge molta altra potenza sonora. Si percepisce che Macroscream è una band “da palco”, che sa far divertire il pubblico con improvvisazioni e assolo, come ha dimostrato lo scorso giugno aprendo a Roma il concerto degli ex Gentle Giant , Gary Green e Malcom Mortimore". (Guida Prog - dicembre 2011)

 

 

 

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