"A tre anni da SYSIPHUS, ottimo album di debutto pubblicato in autoproduzione, ecco quindi MACROSCREAM, secondo capitolo che, fin dal titolo, suona come ideale autoaffermazione della propria identità. Non solo il percorso musicale (fortunatamente) non si è interrotto, ma si è ulteriormente arricchito di nuove fragranze e suggestioni sonore. Difficile infatti trovare un altro album in circolazione dove riescano a convivere felicemente tempi dispari, strumentazione vintage, vocalizzi etnici, violino, fiati, percussioni, didgeridoo o addirittura il vocoder e le cornamuse irlandesi. Ma del resto è un po' questo il segreto e il fascino del magico mondo targato Macroscream: l'ascolto è un continuo ottovolante di imprevisti e di svolte improvvise, un patchwork, più che di generi musicali differenti (sarebbe troppo semplice), di vere e proprie contaminazioni timbriche e sonore. "

(PROG ITALIA - #4 Gennaio 2016)



 

C’è sempre un’alchimia all’origine del mescolarsi di più elementi, all’apparenza estranei tra loro, ma che nell’amalgamarsi finiscono per sprigionare un prezioso composto finale. Un palco, uno studio di registrazione, una sala prove. Non fa differenza: potete persino far conto di entrare in una bottega artigiana del Rinascimento italiano, astraendovi da ogni altra cognizione, guardandovi bene attorno e mettendo ogni vostro senso in ascolto. Scoprirete un brulicare di strumentazioni, un complicato groviglio di collegamenti, mani sapienti che cesellano senza sosta ogni dettaglio e ragazzi assorti che eseguono con maestria ciò che dà fermento a ormai rari “alambicchi” musicali.

E’ quello che vedi e che senti se incroci la rotta dei MACROSCREAM ed entri nel loro laboratorio musicale. E’ qui che sei elementi si incontrano alla ricerca del miglior coagulo espressivo perché la magica formula del “rock progressive” si esprima e sopravviva, dopo oltre quarant’anni dalla sua affermazione popolare e globale. Li devi immaginare così i componenti di questa band: tutti viandanti nati, cresciuti e partiti per andare alla ricerca di un qualcosa che sapevano, sentivano, volevano come mai nessun altro. Solo in questo modo puoi spiegarti, non altrimenti, il passaggio dall’infanzia alla maturità, vissuto da tutti loro facendo una gincana esistenziale che portava lì dove, oltre ogni ostacolo, si professava il culto del “prog”. 

Una corsa solitaria che alla fine ha fatto incontrare Alessandro Patierno, Davide Cirone, Marco Pallotti, Tonino Politanò, Gianpaolo Saracino e Luca Marconi: l’uno sconosciuto al mondo degli altri, eppure elementi capaci di produrre un composto solo. E’ questa l’alchimia dei MACROSCREAM, la leggi negli strumenti e nei linguaggi sonori che ne tirano fuori...



 

 

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